La ristorazione non trova addetti: giovani svogliati o paghe basse? Dai numeri una mezza verità

Da una parte i ristoratori dicono di non riuscire a trovare personale, dall'altra i giovani chiedono più tempo libero. Nel mezzo? Ci sono i numeri

Mercoledì 24 Aprile 2024 di Marco Agrusti
La ristorazione non trova addetti: giovani svogliati o paghe basse? Dai numeri una mezza verità

Ci sono due posizioni contrastanti: i ristoratori dicono di non riuscire a trovare personale. Sostengono - supportati - che i candidati semplicemente non ci sono. Dall’altra parte i giovani chiamati in causa rispondono chiedendo più tempo libero, fine settimana non occupati e retribuzioni migliori. Nel mezzo, come sempre, ci sono i numeri. E mostrano una situazione difficile da confutare. Quelli del settore della ristorazione, infatti, sono i salari più bassi di tutto il comparto del terziario.

E la lancia, in questo caso, è spezzata a favore dei ragazzi che si lamentano. I dati sono stati forniti ieri dall’Ires del Friuli Venezia Giulia nella sede della Confcommercio Pordenone nel corso di un incontro con la stampa promosso dall’Ente Bilaterale del Terziario del Fvg. Sul tavolo le indagini sul mondo del lavoro di Format Research e Ires Fvg.


Salari in Friuli Venezia Giulia: tutti i numeri

«Le retribuzioni nel terziario hanno recuperato, ma solo in termini nominali - si legge - i valori registrati prima della pandemia». Tra i comparti con l’imponibile previdenziale più elevato si segnala quello delle attività di produzione di software e consulenza informatica, con circa 4.600 occupati in regione nel 2022 e una media di quasi 32.000 euro. Nelle posizioni più basse ci sono i servizi di alloggio (13.047 euro), pulizia (12.808 euro) e ristorazione (10.750 euro). Se si considerano i lavoratori a tempo indeterminato e full time i divari si riducono, con la ristorazione che registra un valore medio di 21.145 euro contro i 35.540 delle attività di produzione di software e consulenza informatica. Si può anche notare che nei settori con le retribuzioni più elevate l’incidenza femminile è, in genere, minoritaria e viceversa (39% nei servizi informatici, oltre il 60% nelle attività alberghiere, della ristorazione e nelle pulizie). 

Per l'estate previste in regione più di 30mila assunzioni

Siamo sempre allo stesso punto. Secondo i dati diffusi ieri, infatti, un’impresa del terziario su sei prevede di aumentare la propria forza lavoro. «Nel periodo aprile-giugno 2024 sono previste 31.220 assunzioni in regione, di cui il 69% nei servizi (21.600) - si legge nel rapporto -. Nel confronto con le previsioni relative al medesimo periodo dello scorso anno si evidenzia un incremento significativo (+9%)». Ad aprile la maggior parte delle assunzioni delle imprese del terziario verranno effettuate nelle attività turistiche e commerciali e riguarderanno gli addetti alla ristorazione (1.830 assunzioni) e alle vendite (850). Le figure professionali previste in ingresso nella ristorazione, inoltre, presentano delle difficoltà di reperimento nel 62% dei casi (quasi sempre per mancanza di candidati), un dato che nell’ultimo anno si è mantenuto costantemente superiore alla media generale. L’occupazione nel terziario del Friuli Venezia Giulia è cresciuta costantemente nel triennio 2021-2023, superando anche i valori pre-pandemici. Nel 2023 gli occupati nei servizi erano 350.000, pari al 67,3% del totale. Questa dinamica è stata favorita dall’andamento positivo del turismo ed è stata accompagnata da un importante incremento del lavoro stagionale.


Le dinamiche 

Negli ultimi due anni il 48,6% delle imprese del terziario hanno effettuato azioni di ricerca di nuovo personale per la propria attività. Per il 2024 il 33,4% delle imprese ha in programma di effettuare azioni di ricerca di nuovo personale. Il 40,9% delle imprese che ha intrapreso o ha intenzione di intraprendere la ricerca di nuovo personale ha incontrato molte difficoltà nell’impresa. Per l’82,3% delle imprese la principale motivazione per cui l’impresa sta riscontrando delle difficoltà nel reperire nuovo personale sarebbe la scarsità di personale con le competenze, abilità o esperienze ricercate. Nel 40,7% gli orari di lavoro vengono ritenuti pesanti. Il 76,6% delle imprese sostiene che il provvedimento più efficace per agevolare la ricerca e il mantenimento del personale sia la riduzione del costo del lavoro e nello specifico dei carichi fiscali sul lavoro. Il 33% suggerisce invece maggiori agevolazioni per l’assunzione di giovani.

Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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