Mamma morta in Ucraina, il compagno: «I parenti vogliono mandare suo figlio 16enne a combattere»

Venerdì 17 Maggio 2024 di Paolo Calia
Mariana, morta in un combattimento in Ucraina: era tornata nel suo paese come infermiera per aiutare gli uomini al fronte

TREVISO – «Vogliono prendere un ragazzo di 16, che vive e studia in Italia, e portarlo in Ucraina per mandarlo a combattere». La storia che racconta Edgardo Spagnuolo, guardia giurata residente a Villorba (Treviso), è a dir poco particolare. La moglie Mariana, un’infermiera ucraina di 37 anni, nel 2022 è stata uccisa da colpi di mortaio sparati dall’esercito russo mentre si trovava nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia. La guerra era scoppiata da poco e Mariana, all’epoca residente in Italia col marito e con i due figli (una bambina di dieci anni e un ragazzino di 14 nato in Ucraina ma arrivato in Italia piccolo e ora con doppia cittadinanza), colpita da quanto stava accadendo nel suo Paese aveva deciso di tornare per aiutare la sua gente. È partita da Villorba nell’aprile del 2022 e a settembre lo scontro dove è rimasta uccisa. A distanza di qualche mese la famiglia della donna (la madre), residente in Ucraina, venne risarcita per la sua perdita. «E adesso - spiega il marito - vogliono che il ragazzo, oggi sedicenne, cittadino italiano, si trasferisca in Ucraina contro la sua volontà. E con il rischio che possa essere ucciso anche se non ha l’età per potersi arruolare. Ma in quei paesi non si sa mai».

IL NODO
La storia è intricata. Chi chiede il ritorno del sedicenne è la mamma biologica di Mariana: «La donna che dice di essere sua madre - spiega Edgardo - l’ha data in affidamento a dei parenti quando era piccola. Di fatto è cresciuta con altri. Poi Mariana è arrivata in Italia dove ci siamo conosciuti». Edgardo riconosce subito il ragazzo e la famiglia vive la sua vita in tranquillità. Fino allo scoppio della guerra, quando Mariana si sente in dovere di tornare in patria e mettere a disposizione della sua gente le sue competenze mediche. E lì, purtroppo, muore. «La madre biologica di Mariana e la sua famiglia - continua il marito - hanno ricevuto varie migliaia di euro di risarcimento per la morte di mia moglie, oltre che ricevere una casa e dei terreni. A noi non è arrivato nulla». È invece arrivata la richiesta di riportare in patria il ragazzo che, per il marito, è mossa solo da «motivi di meschino calcolo economico - dice - come ottenere dal governo ucraino altri soldi di risarcimento dopo le migliaia di euro ricevuti senza che ai veri eredi sia arrivato un solo centesimo. E, inoltre, lo vogliono perché serve una presenza lavorativa nel podere e nella stalla».

I TRIBUNALI
La tensione è gradualmente salita. I parenti ucraini si sono fatti vivi a più riprese per rivendicare il diritto di avere l’affidamento del ragazzo: «Questo gruppo di Ucraini con pressioni psicologiche e fisiche e con la esibizione di fotocopie di documenti emessi da un Tribunale ucrainio, mai riconosciuti e convalidati da alcun giudice italiano, pretendono che il ragazzo, che attualmente è sottoposto alla tutela legale del marito Italiano della madre defunta, decisa dal Tribunale di Treviso, si trasferisca in Ucraina». Edgardo Spagnuolo da mesi lotta per tenere in Italia il ragazzo. E i parenti ucraini sono anche venuti in Italia e reclamare i propri diritti: «Più volte tali personaggi si sono presentati sotto la nostra abitazione per fare pressioni, tant’è che in una occasione sono dovuti intervenire i Carabinieri di Villorba per allontanarli. L’ultima volta è accaduto nel febbraio 2023. La madre biologica di Mariana fa su e giù dl’Ucraina per venire in Veneto e Emilia dove fa qualche lavoretto». Il padre non si dà per vinto: «Non voglio mandare questo giovane in Ucraina, dove rischia di essere mandato a combattere. Quella famiglia vive in una regione a un centinaio di chilometri da Leopoli, non lontano dai confini con la Polonia. Il rischio è che vengano mandato a combattere. Non tengono conto che c’è un provvedimento del giudice che mi nomina tutore legale. Non cederò».
 

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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