Concessioni balneari: a Jesolo la “guerra dei bagni” nei cambi di gestione

Venerdì 3 Maggio 2024 di Giuseppe Babbo
La spiaggia di Jesolo

JESOLO - Sulla spiaggia di Jesolo c’è già chi l’ha ribattezzata come la “guerra dei bagni”, con una buona parte dei servizi igienici della Unità minima di gestione 7, quella corrispondente al Consorzio Marconi, sigillati. O meglio, avvolti da un telo ombreggiante di colore verde. Ma in ogni caso per ora inaccessibili. Lo stesso è accaduto per le cabine presenti sulla passeggiata utilizzate come uffici dai bagnini. Come se non basasse, la stessa sorte è toccata alle docce: tutte chiuse con del nylon bianco. È il nuovo capitolo del caos concessioni che sta caratterizzando l’avvio della stagione balneare a Jesolo, tra percorsi di evidenza pubblica, successive assegnazioni e ricorsi al Tar.

Di certo il tratto di arenile più centrale della città, circa 600 metri lineari e da sempre tra i più ambiti della spiaggia di Jesolo, non si era mai presentato in questo modo all’inizio della stagione.

PASSAGGIO
Da una parte ci sono i nuovi concessionari, la Sebi srl dell’imprenditore jesolano Alessandro Iguadala, che si è aggiudicata la gara per la gestione ventennale di questo comparto grazie alla legge regionale 33, dall’altra i concessionari uscenti, il Consorzio Marconi srl, ai quali lo scorso 30 aprile è scaduta la concessione ma che hanno presentato ricorso al Tar. E lo stesso hanno fatto i colleghi uscenti dell’Umg5, il Consorzio Stabilimenti centrali riuniti Scarl, che operava nel tratto di spiaggia compreso tra piazza Brescia e piazza Mazzini. In entrambi i casi il Tribunale amministrativo regionale il prossimo 8 maggio sarà chiamato ad esprimersi sulla sospensiva, dopo che la richiesta “urgente” è stata respinta. Così, se sulla Umg 5, la società Cbc srl formata dalla famiglia Mario Moretti Polegato, famiglia Menazza e dall’imprenditore Alessandro Iguadala, i lavori di allestimento procedono, nella Umg 7 gli addetti della Sebi ieri hanno iniziato a pulire la spiaggia e a delimitare le aree di pertinenza. Ma con una constatazione: parte delle attrezzature appunto “sigillate”. Del resto anche questa è una conseguenza della vecchia concessione scaduta, perché gran parte delle strutture sono diventate abusive e quindi devono essere rimosse, tecnicamente anche i chioschi, visto che l’area deve essere consegnata sgombera ai nuovi concessionari.
Non a caso i concessionari uscenti hanno rimosso tutti i mille ombrelloni installati in queste settimane per dare una risposta ai primi turisti arrivati in città. Per il resto delle attrezzature, soprattutto quelle più ingombranti, ora tutto diventa più difficile, tanto più che sembra oggettivamente complicato far entrare ora delle gru sulla spiaggia per rimuovere bagni e cabine. «Facciamo una precisazione – dice Pietro Visentin, presidente del Consorzio Marconi srl – abbiamo chiuso i bagni autopulenti, le docce e le cabine utilizzate come uffici. I bagni autopulenti funzionano con la fibra ottica che è collegata agli uffici che se devono rimanere chiusi è evidente che non possono esserci altri servizi. Stiamo parlando di attrezzature di nostra proprietà: perché dobbiamo lasciarle ad altri? Ad ogni modo abbiamo garantito l’acqua, la luce nelle ore notturne e l’apertura dei bagni normali. È un atto di responsabilità nei confronti della città. Per il resto riteniamo doveroso attendere la decisione del Tar della prossima settimana, poi faremo le valutazioni del caso in accordo con la nostra assemblea dei soci».


In questo senso la Sebi srl si è detta disponibile al confronto: «Lo siamo sempre stati – sottolinea Alessandro Iguadala – e continuiamo ad esserlo. Anche adesso. Quando sarà ultimata la spiaggia? Abbiamo già delle nostre attrezzature, per metà maggio tutto sarà completato, prima è impossibile». Dall’amministrazione comunale nessun commento, anche se dal Municipio è filtrato un auspicio: «Si usi il buon senso nell’interesse della città».
 

Ultimo aggiornamento: 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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